Parte 3: il linguaggio del corpo
Eccoci arrivati alla fine del nostro viaggio alla scoperta dei filtri che adoperiamo per rappresentare il mondo. Dopo aver parlato dei sistemi V.A.K. e dei metaprogrammi, è il turno del linguaggio del corpo.
Linguaggio del corpo
Il nostro corpo comunica con un linguaggio che possiamo imparare a interpretare e comprendere. La PNL classifica i micro segnali del corpo in tre categorie:
- rifiuto (chiusura)
- tensione (scarico)
- gradimento (piacere).
I segnali di rifiuto (o chiusura) possono essere una reazione a qualcosa che viene detto, ma anche nei confronti di una persona.
Il rifiuto si manifesta principalmente con l’allontanamento fisico: la persona si sposta all’indietro o indietreggia con il busto, mettendo distanza tra sé e l’altro.
Per quanto riguarda la mimica facciale, le ciglia sono abbassate e corrucciate, non c’è il contatto visivo e le pupille sono contratte. Braccia e gambe sono incrociate (anche se questo non è necessariamente un segno di rifiuto: può essere anche solo comodità nella postura. Prestate attenzione al lato delle gambe che la persona vi rivolge – interno o esterno!).
Un altro segnale di rifiuto sono gli spazzolamenti o speluccamenti se fatti su di sé, che possono anche voler mostrare disattenzione verso il discorso o l’interlocutore. Se fatti sugli altri, però, questi gesti sono segno di gradimento.
Gli scarichi tensionali, invece, possono essere indizi sia negativi che positivi. In questi casi sta a noi interpretarli per comprendere la loro connotazione.
Sto parlando ad esempio di:
- sbadigliare;
- dondolare la gamba;
- tamburellare con le dita;
- giocherellare con capelli, penna, orecchini;
- grattarsi;
- sbuffare;
- schiarirsi la gola;
- arrossire;
- sudare;
- mangiarsi le unghie;
- piangere, o ridere istericamente;
- tic nervosi;
- muscoli che si contraggono;
- balbettare.
Questi ultimi tre sono segnali molto più forti dei precedenti.
In ultima analisi, passiamo in rassegna i segnali di piacere. Si possono trovare in qualsiasi tipo di relazione personale o professionale e dimostrano non solo gradimento, ma anche attenzione e interesse per l’argomento. Alcuni esempi sono:
- avvicinarsi verso l’altro;
- accarezzare;
- baciare;
- annuire con la testa;
- mettersi la matita sulla bocca;
- mordicchiarsi le labbra;
- umettarsi le labbra.
Gli ultimi due micro segnali è sufficiente che siano appena accennati per interpretarli come segni di piacere.
La cosa fondamentale da tenere sempre a mente è che tre indizi fanno una prova!
Questo significa che per dare giusta interpretazione ai segnali del corpo bisogna cercare tre indizi dello stesso tipo. È importante contestualizzare la situazione e tenere in considerazione eventuali elementi esterni e l’ambiente circostante prima di trarre conclusioni, e tenere sempre a mente che le proprie impressioni non sono assolute e certe.
Sono sicura che dopo aver letto questo articolo alcuni penseranno che questi strumenti possano sembrare astratti, difficili da cogliere e da identificare nell’interlocutore ma non è così. In realtà sono strumenti concreti e operativi che vengono utilizzati nelle aziende per rendere efficaci le relazioni tra le risorse e nei colloqui di selezione per individuare soft skills e aspetti trasversali delle persone diversi dalle pure competenze.
La differenza sta nell’allenamento che è fondamentale per ottenere padronanza e sicurezza verso questi tre strumenti.
Ora non vi resta altro che sfoderare la bacchetta magica della comunicazione e diventare esperti di mappe mentali!
Valentina Favro ha una formazione economica e la passione per le persone, caratteristiche che utilizza e abbina nella consulenza aziendale. In Nive sta svolgendo anche attività di formazione in aula e di coaching.